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Il riso

Si tratta di un cereale proveniente dall’Asia Sud Orientale e arrivato nel nostro paese già nel lontano 711, quanto fu importato in Sicilia da parte dei Mori (spagnoli).
La specie di riso maggiormente coltivata è chiamata: Oryza sativa con le sue numerose diversità.
Il riso viene coltivato in luoghi da clima a elevata temperatura e umidità costante. In Italia, il luogo ideale è la Valle Padana, in cui le temperature giornaliere sono costanti tra notte e giorno. Il risone è il prodotto dell’agricoltura che viene convertito in riso dopo le operazioni di brillatura, che variano a seconda del prodotto finale desiderato.
Il riso presenta un contenuto in proteine pari al 9% e presenta solo alcuni degli amminoacidi essenziali (quelli che l’organismo non sa sintetizzare e deve prelevare tramite l’alimentazione), però il riso integrale prima della brillatura è carente solo in lisina mentre il brillato sia in lisina che in triptofano. Quindi le proteine del riso integrale sono piu complete dal punto di vista nutritivo, senza dimenticare la maggior presenza di fibre.
I lipidi nel riso sono in bassissima percentuale, ma è da sottolineare la presenza di un lipide ad azione antinfiammatoria come il gamma orizanolo.
Invece il componente principale del riso è il polisaccaride: amido.
Il riso integrale risulta anche più ricco di sali minerali quali calcio e ferro, mentre fosforo e potassio non si perdono durante il trattamento di brillatura. Un discorso analogo va fatto anche per le proteine soprattutto quelle idrofiliche del gruppo B, maggiormente presenti nel riso integrale.

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Il cioccolato

Il cacao alimentare si ricava dai semi del frutto del cacao. Il cioccolato è un prodotto dolciario che si ottiene dal cacao in seguito a miscelazione con lo zucchero.
Il cioccolato è un alimento davvero gustoso, spesso definito il “cibo degli dei”; infatti è gradito da soggetti di tutte le età.
Recenti studi scientifici, ne hanno rivalutato un ruolo importante in un’ alimentazione equilibrata: in particolare, uno studio pubblicato sul British Medical Journal nel 2004 dal prof. Franco e collaboratori ha concluso che una moderata quantità di cioccolato è da includere nella dieta ideale per la prevenzione soprattutto delle patologie cardiovascolari. Infatti, si è scoperto che esso è ricco in alcuni polifenoli antiossidanti, detti catechine, che hanno un ruolo di protezione dalle malattie cardiovascolari, potenziano le difese immunitarie ed abbassano il rischio di contrarre alcuni tumori.
Il cioccolato ha un elevato potere calorico, per cui è fuori discussione che vada consumato in quantità moderate in un alimentazione corretta ed equilibrata.
Il cioccolato ha anche un’azione sul sistema nervoso che potremmo definire eccitante ed antidepressiva. 
L’effetto eccitante è dovuto alla presenza di sostanze stimolanti come la caffeina e la teobromina. La piacevolezza e gratificazione che seguono il consumo di cioccolato sono dovute alla presenza di anandamide, un antidepressivo naturale e di feniletilammina, una sostanza rilasciata dal cervello ad esempio quando ci si innamora; inoltre esso stimola la secrezione di endorfine, veri e propri rilassanti naturali.
Il cioccolato quindi non è una droga che possa recare dipendenza ma il desiderio di consumarlo puo’ si puo’ spiegare con le sensazioni che provoca.
Si consiglia di preferire cioccolato fondente 80% cacao.

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Leggende metropolitane di chi pratica sport…

SFATARE I MITI!

  1. Non è vero che quando si fa attività fisica intensa si può mangiare “quanto si vuole”. A seconda del tipo di attività si possono aumentare le calorie giornaliere dal 15% al 30% circa, lasciando invariato, in generale, l’equilibrio tra macronutrienti (carboidrati, proteine e lipidi).
  2. Non è vero che bisogna bere solamente prima e dopo l’attività. Si deve bere anche durante l’attività stessa, specialmente se in un ambiente climaticamente sfavorevole come quello delle palestre. Una buona regola da prendere in cosiderazione sarebbe quella di assumere circa 200-250 ml di acqua ogni 15 minuti per consentire un corretto svuotamento dello stomaco.
  3. Non è vero che fare attività fisica e sportiva fa venire appetito. Dopo una seduta di allenamento intenso molte volte compare addirittura un lieve senso di nausea. Fare attività migliora il metabolismo, migliora la risposta circolatoria, brucia più calorie, ma non incide minimamente sull’appetito.
  4. è INUTILE aumentare di molto il fabbisogno proteico della dieta perchè il nostro organismo si comporta diversamente in risposta a carenza di amminoacidi essenziali (gli amminoacidi che l’organismo non sa sintentizzare e quindi deve necessariamente introdurre con la dieta) e di amminoacidi non essenziali (gli amminoacidi che l’organismo sa sintentizzare). Gli amminoacidi non essenziali vengono degradati in maniera proporzionale al loro introito; quindi più amminoacidi vengono introdotti, più vengono convertiti per essere eliminati provocando un aumento di composti azotati nel sangue, con conseguente eccessivo affaticamento e danneggiamento dei reni. Gli amminoacidi essenziali sono quelli utilizzati dall’organismo nella fase plastica dopo un’attività fisica intensa.
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La pizza margherita!

Eccolo l’alimento più amato dagli italiani:

Il consumo di questo simbolo nazionale riserva addirittura una sorpresa straordinaria: 
ebbene sì, possiamo dire che la pizza allunga la vita. Perché in chi ne mangia diminuisce il rischio di andare incontro a malattie cardiovascolari e ad alcuni tipi di tumore dell’apparato digerente e non solo.
La classica Margherita una volta a settimana è un vero toccasana in una dieta equilibrata, a condizione però che contenga pochi nutrienti buoni e sani come: farina, 1 cucchiaio e mezzo di olio extravergine d’oliva, pomodoro fresco, mozzarella e basilico.
Il merito di una simile protezione va attribuita all’olio extravergine d’oliva e al pomodoro. E’ possibile che il primo possa esercitare un effetto scudo nei confronti del rischio di tumore per la sua ricchezza in vitamina E, acidi grassi omega 3, omega 6 e altri composti antiossidanti. Un effetto protettivo analogo esisterebbe anche nei confronti del carcinoma al colon- retto e alla mammella.
Il pomodoro vanta invece la presenza del licopene, un pigmento vegetale membro della famiglia dei carotenoidi (precursore della vitamina A). Pare che il licopene soprattutto se cotto sia il carotenoide più efficace nell’eliminare l’ “ossigeno singoletto”, uno dei più pericolosi radicali liberi dannoso per l’organismo.

Ecco perchè una dieta salutare deve necessariamente comprendere carboidrati, proteine, grassi, vitamine e sali minerali. Diete iperproteiche o chetogeniche non fanno altro che simulare una condizione di digiuno che permette la perdita di molti kg anche in pochissimo tempo ma poi quando si torna, per natura e abitudine ad assumere nuovamente cibi gustosi quali pizza, pasta, ecc. si tende a riacquisire il peso iniziale e addirittura aumentarlo, per l’attivazione dei meccanismi controregolatori. 
Noi abbiamo acquisito dall’evoluzione questa caratteristica: 
Anticamente il cibo era molto scarso e quindi si alternavano lunghi digiuni ad abbuffate solo quando il cibo era disponibile. Dunque se in qualche modo tramite diete si simula il digiuno o si mangia troppo poco, quello che andrai a reintrodurre verrà subito conservato come riserva, quindi come grasso corporeo.
Dunque è la QUALITA’ biologica e non la quantità dell’alimento a fare la differenza…
La dieta, quindi, deve essere vista come un mezzo per vivere meglio e per recuperare BENESSERE, SALUTE, ritardare l’invecchiamento e per PREVENIRE patologie.

La pizza è un patrimonio italiano e deve essere presente nella nostra alimentazione

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Il caffè

Il caffé contiene buone quantità di antiossidanti, come l’acido caffeico, il cafestolo e il kahweolo, che hanno già dimostrato proprietà protettive sul DNA. I dati di uno studio statunitense ora mettono in luce che, già con un consumo medio di 3 tazze al giorno di caffé con caffeina, il rischio relativo di mortalità per tumori si riduce notevolmente. Il caffe’ può considerarsi un alimento “amico” per chi è a dieta. E’ ampiamente riconosciuto il suo effetto sulla stimolazione della degradazione dei grasso (Lipolisi). L’effetto lipolitico si manifesta per inibizione delle fosfodiesterasi con aumento di AMP ciclico. La caffeina stimola il tessuto adiposo con aumento della termogenesi. Si osserva quindi un aumento del consumo energetico sotto forma di calore dovuto ad una maggiore ossidazione di nutrienti quali gli acidi grassi. Inoltre, il caffe’ ha la capacità di prevenire il tumore a livello del tratto oro-esofageo, ma non solo. Comunque l’assunzione del caffe’ va limitata con un massimo di 2-3 tazzine al giorno e sempre a stomaco pieno.

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Carne e Cancro: tanto rumore per nulla

La relazione tra un’ assunzione ELEVATA di carne rossa e possibilità di sviluppare cancro è già noto da tempo. 
Già siamo a conoscenza che per alcuni tumori la quantità di carne rossa consumata e cucinata in un certo modo ci espone a un rischio maggiore di venire a contatto con i carcinogeni rispetto a chi consuma carne rossa con meno frequenza.
Ciò significa che non bisogna demonizzare un alimento o influenzare la propria alimentazione, bisogna seguire una dieta varia in cui queste sostanze siano limitate e alternate con altri alimenti di qualità dal punto di vista nutrizionale.
Tutto questo rumore è scaturito in seguito alla pubblicazione della classificazione dell’ International Agency for the research on Cancer – IARC in merito alle sostanze cancerogene per l’uomo, derivante da uno studio pubblicato sull’ importante rivista scientifica: Lancet Oncology. 
La classificazione ha messo in evidenza la presenza della carne rossa lavorata nel Gruppo 1, quello delle sostanze cancerogene umane note, e della carne rossa nel gruppo 2, quello delle sostanze potenzialmente cancerogene.
Nel gruppo 1 sono presenti da tempo anche alcol e tabacco ma ciò non significa che la carne rossa lavorata determini lo stesso rischio, paragonare la carne rossa lavorata al fumo di sigaretta o all’alcol è falso e l’unico danno che può creare è quello d’influenzare l’ alimentazione. Non dimentichiamo che il cibo non è solo una fonte di nutrimento ma è un insieme di tradizioni socio-culturali con sfondo anche psicologico.

In sostanza è una questione di classificazione sulla certezza delle prove NON della misura del rischio: due sostanze possono essere incluse nella stessa lista anche se hanno gradi di rischio diverso.
Non ci farà venire il cancro al colon un wurstel o un panino con salame, così come non ci farà venire il melanoma passeggiare sotto il Sole o bere un bicchiere di vino non ci farà venire un cancro alla gola o al fegato ,già, sia la radiazione solare che l’alcol sono nella stessa lista delle carni lavorate. Ma così come è bene non esagerare con l’alcol, ridurre l’esposizione al Sole e proteggersi la pelle.

Ripetendo come in apertura del post, la pubblicazione dello IARC ufficializza ciò che già ripetevamo da tempo: è bene LIMITARE il consumo di carni lavorate e carni rosse.