CARNE E CANCRO:
TANTO RUMORE PER NULLA
La relazione tra un' assunzione ELEVATA di carne rossa e possibilità di sviluppare cancro è già noto da tempo.
Già siamo a conoscenza che per alcuni tumori la quantità di carne rossa consumata e cucinata in un certo modo ci espone a un rischio maggiore di venire a contatto con i carcinogeni rispetto a chi
consuma carne rossa con meno frequenza.
Ciò significa che non bisogna demonizzare un alimento o influenzare la propria alimentazione, bisogna seguire una dieta varia in cui queste sostanze siano limitate e alternate con altri alimenti di
qualità dal punto di vista nutrizionale.
Tutto questo rumore è scaturito in seguito alla pubblicazione della classificazione dell' International Agency for the research on Cancer - IARC in merito alle sostanze cancerogene per l'uomo,
derivante da uno studio pubblicato sull' importante rivista scientifica: Lancet Oncology.
La classificazione ha messo in evidenza la presenza della carne rossa lavorata nel Gruppo 1, quello delle sostanze cancerogene umane note, e della carne rossa nel gruppo 2, quello delle sostanze
potenzialmente cancerogene.
Nel gruppo 1 sono presenti da tempo anche alcol e tabacco ma ciò non significa che la carne rossa lavorata determini lo stesso rischio, paragonare la carne rossa lavorata al fumo di sigaretta o
all'alcol è falso e l'unico danno che può creare è quello d'influenzare l' alimentazione. Non dimentichiamo che il cibo non è solo una fonte di nutrimento ma è un insieme di tradizioni
socio-culturali con sfondo anche psicologico.
In sostanza è una questione di classificazione sulla certezza delle prove NON della misura del rischio: due sostanze possono essere incluse nella stessa lista anche se
hanno gradi di rischio diverso.
Non ci farà venire il cancro al colon un wurstel o un panino con salame, così come non ci farà venire il melanoma passeggiare sotto il Sole o bere un bicchiere di vino non ci farà venire un cancro
alla gola o al fegato ,già, sia la radiazione solare che l’alcol sono nella stessa lista delle carni lavorate. Ma così come è bene non esagerare con l’alcol, ridurre l’esposizione al Sole e
proteggersi la pelle.
Ripetendo come in apertura del post, la pubblicazione dello IARC ufficializza ciò che già ripetevamo da tempo: è bene LIMITARE il consumo di carni lavorate e carni rosse.
IL CAFFE'
Il caffé contiene buone quantità di antiossidanti, come l'acido caffeico, il cafestolo e il kahweolo, che hanno già dimostrato proprietà protettive sul DNA. I dati di uno studio statunitense ora mettono in luce che, già con un consumo medio di 3 tazze al giorno di caffé con caffeina, il rischio relativo di mortalità per tumori si riduce notevolmente. Il caffe' può considerarsi un alimento "amico" per chi è a dieta. E' ampiamente riconosciuto il suo effetto sulla stimolazione della degradazione dei grasso (Lipolisi). L’effetto lipolitico si manifesta per inibizione delle fosfodiesterasi con aumento di AMP ciclico. La caffeina stimola il tessuto adiposo con aumento della termogenesi. Si osserva quindi un aumento del consumo energetico sotto forma di calore dovuto ad una maggiore ossidazione di nutrienti quali gli acidi grassi. Inoltre, il caffe' ha la capacità di prevenire il tumore a livello del tratto oro-esofageo, ma non solo. Comunque l'assunzione del caffe' va limitata con un massimo di 2-3 tazzine al giorno e sempre a stomaco pieno.
Eccolo l'alimento più amato dagli italiani:
LA PIZZA MARGHERITA!
Il consumo di questo simbolo nazionale riserva addirittura una sorpresa straordinaria:
ebbene sì, possiamo dire che la pizza allunga la vita. Perché in chi ne mangia diminuisce il rischio di andare incontro a malattie cardiovascolari e ad alcuni tipi di
tumore dell'apparato digerente e non solo.
La classica Margherita una volta a settimana è un vero toccasana in una dieta equilibrata, a condizione però che contenga pochi nutrienti
buoni e sani come: farina, 1 cucchiaio e mezzo di olio extravergine d'oliva, pomodoro fresco, mozzarella e basilico.
Il merito di una simile protezione va attribuita all'olio extravergine d'oliva e al pomodoro. E' possibile che il primo possa esercitare un effetto scudo nei confronti del rischio di tumore per la
sua ricchezza in vitamina E, acidi grassi omega 3, omega 6 e altri composti antiossidanti. Un effetto protettivo analogo esisterebbe anche nei confronti del carcinoma al colon- retto e alla
mammella.
Il pomodoro vanta invece la presenza del licopene, un pigmento vegetale membro della famiglia dei carotenoidi (precursore della vitamina A). Pare che il licopene soprattutto se cotto sia il
carotenoide più efficace nell'eliminare l' "ossigeno singoletto", uno dei più pericolosi radicali liberi dannoso per l'organismo.
Ecco perchè una dieta salutare deve necessariamente comprendere carboidrati, proteine, grassi, vitamine e sali minerali. Diete iperproteiche o chetogeniche non fanno altro che simulare una condizione
di digiuno che permette la perdita di molti kg anche in pochissimo tempo ma poi quando si torna, per natura e abitudine ad assumere nuovamente cibi gustosi quali pizza, pasta, ecc. si tende a
riacquisire il peso iniziale e addirittura aumentarlo, per l'attivazione dei meccanismi controregolatori.
Noi abbiamo acquisito dall'evoluzione questa caratteristica:
Anticamente il cibo era molto scarso e quindi si alternavano lunghi digiuni ad abbuffate solo quando il cibo era disponibile. Dunque se in qualche modo tramite diete si simula il digiuno o si mangia
troppo poco, quello che andrai a reintrodurre verrà subito conservato come riserva, quindi come grasso corporeo.
Dunque è la QUALITA' biologica e non la quantità dell'alimento a fare la differenza...
La dieta, quindi, deve essere vista come un mezzo per vivere meglio e per recuperare BENESSERE, SALUTE, ritardare l'invecchiamento e per PREVENIRE patologie.
La pizza è un patrimonio italiano e deve essere presente nella nostra alimentazione
LEGGENDE METROPOLITANE DI CHI PRATICA SPORT... SFATARE I MITI!
1. Non è vero che quando si fa attività fisica intensa si può mangiare “quanto si vuole”. A seconda del tipo di attività si possono aumentare le calorie giornaliere dal 15% al 30% circa, lasciando invariato, in generale, l’equilibrio tra macronutrienti (carboidrati, proteine e lipidi).
2. Non è vero che bisogna bere solamente prima e dopo l’attività. Si deve bere anche durante l’attività stessa, specialmente se in un ambiente climaticamente sfavorevole come quello delle palestre. Una buona regola da prendere in cosiderazione sarebbe quella di assumere circa 200-250 ml di acqua ogni 15 minuti per consentire un corretto svuotamento dello stomaco.
3. Non è vero che fare attività fisica e sportiva fa venire appetito. Dopo una seduta di allenamento intenso molte volte compare addirittura un lieve senso di nausea. Fare attività migliora il metabolismo, migliora la risposta circolatoria, brucia più calorie, ma non incide minimamente sull’appetito.
4. è INUTILE aumentare di molto il fabbisogno proteico della dieta perchè il nostro organismo si comporta diversamente in risposta a carenza di amminoacidi essenziali (gli amminoacidi che l'organismo non sa sintentizzare e quindi deve necessariamente introdurre con la dieta) e di amminoacidi non essenziali (gli amminoacidi che l'organismo sa sintentizzare). Gli amminoacidi non essenziali vengono degradati in maniera proporzionale al loro introito; quindi più amminoacidi vengono introdotti, più vengono convertiti per essere eliminati provocando un aumento di composti azotati nel sangue, con conseguente eccessivo affaticamento e danneggiamento dei reni. Gli amminoacidi essenziali sono quelli utilizzati dall'organismo nella fase plastica dopo un'attività fisica intensa.